Ogni anno l’8 dicembre insieme alla Chiesa celebriamo la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Regina e Patrona dell’Ordine Francescano e Titolare del nostro caro Santuario. Celebriamo cioè il dogma secondo cui la Madonna non è stata “toccata” dal peccato originale, ne è stata preservata sin dal primo istante del suo concepimento. Nel Catechismo della Chiesa cattolica si legge:
«Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l’eternità perché fosse la Madre di suo Figlio; per compiere tale missione è stata concepita immacolata».
A proclamare questa verità di fede fu papa Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus (8 dicembre 1854):
«La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».
Sono tanti nella storia, i santi, i mistici che si sono rivolti alla Vergine Immacolata, che l’hanno cantata. Soprattutto i francescani sull’esempio di S. Francesco d’Assisi che, come ricordano i biografi, era “animato da indicibile affetto per la Madre del Signore Gesù“, e pose in tal modo le basi del grande amore con il quale l’Ordine Francescano ha venerato nei secoli la Madre di Dio, la donna che ha dato a Gesù Cristo “la vera carne della nostra umanità e fragilità, rendendolo nostro fratello“.
Ricordiamo ad esempio S. Antonio che scrisse pagine stupende dedicate alla Madonna e che morirà cantando un inno mariano; il Beato Giovanni Duns Scoto (1265-1308), appassionato difensore teologico del privilegio dell’Immacolata Concezione di Maria; S. Massimiliano Kolbe, il francescano conventuale martire ad Auschwitz, che espresse appassionati sentimenti di devozione verso la Madre di Dio, come in questa preghiera:
Chi sei, o Signora? Chi sei, o Immacolata? In non sono in grado di esaminare in modo adeguato ciò che significa essere “creatura di Dio”. Sorpassa già le mie forze il comprendere quel che vuol dire essere “figlio adottivo di Dio”.
Ma Tu, o Immacolata, chi sei? Non sei soltanto creatura, non sei soltanto figlia adottiva, ma sei Madre di Dio e non sei soltanto Madre adottiva, ma vera Madre di Dio.
E non si tratta solo di un’ipotesi, di una probabilità, ma di una certezza, di una certezza totale, di un dogma di fede.
Ma Tu sei ancora Madre di Dio? Il titolo di madre non subisce mutazioni. In eterno Dio Ti chiamerà: “Madre mia” … Colui che ha stabilito il quarto comandamento, Ti venererà in eterno, sempre … Chi sei, o divina?
Egli stesso, il Dio incarnato, amava chiamarsi: “Figlio dell’uomo”. Ma gli uomini non lo compresero. Ed anche oggi quanto poche sono le anime che lo comprendono, e quanto imperfettamente lo comprendono!
Concedimi di lodarti, o Vergine Immacolata
(Massimiliano Maria Kolbe, 1894-1941).
(articolo tratto da: Cosa vuol dire “Immacolata Concezione” (avvenire.it))